Cucinare ci fa sentire umani. Questa frase che compare nella quarta di copertina del libro “La cucina del buon gusto”, scritto da Maria Rosario Lazzati e Simonetta Agnello Hornby, descrive perfettamente la capacità che un’azione (spesso data per scontata) come quella del cucinare racchiuda non solo la soddisfazione del creare e trasformare ingredienti in piatti deliziosi, ma spieghi quanto siamo profondamente legati alla cultura del saper cucinare e, ovviamente, del saper mangiare. Cultura che affonda le sue radici in popoli e periodi storici che ci permettono, ancora oggi, di creare e rivisitare ricette di gusto.
Tra i molti piatti antichi prendiamo in considerazione un classico antico della pasticceria francese, la Diriola è una torta nuziale dell’epoca. Preparare la basta brisée e lasciarla riposare in un luogo fresco per un paio d’ore, dopo averla stesa in una tortiera riempitela di fagioli secchi e fatela dorare in forno. Intanto, sbattere i tuorli d’uovo con lo zucchero, il latte, la cannella e un pizzico di sale, fino a creare una spuma. Svuotare la pasta dai fagioli secchi e versare il composto, facendo cuocere il tutto per un’ora a 200 gradi. Bagnare la torta con due cucchiai di acqua di rose, tagliarla e servirla ancora tiepida.
In realtà nella cucina antica sono previste moltissime ricette con salumi, che qui non trovano spazio per scelte alimentari, ma che mettono in risalto la creatività di conservazione dei generi alimentari in tempi in cui non esistevano i frigoriferi e le affettatrici manuali .
Articolo realizzato in collaborazione con Freccia Inox, azienda specializzata nella vendita online di forniture tecniche per cucine professionali.