Durante le lunghe trasferte di lavoro a Catania e Messina ho avuto modo di parlare un pò con lo chef Onofrio Brucculeri, dell’Hotel Imperiale di Taormina. Ha ascoltato tutti i miei paletti senza senza. Quando gli ho chiesto se riusciva a darmi uno spunto per una sua ricetta rivista in chiave senza senza, mi ha suggerito l’arancina vegetariana. Il riso e’ un tema molto caro ad Onofrio, infatti ha da poco partecipato alla serata SorRisoSiculo di cui trovate uno racconto splendido su
Caponataweb.
Ma torniamo alla ricetta di oggi.
Tempo occorrente 60 minuti
Ingredienti per 4 persone:
200 gr di riso, ho utilizzato il carnaroli Riserva San Massimo
60 gr di pisellini sgusciati
30 gr di mandorle sfilettate
20 gr di farina di riso
10 gr di farina di mandorle
il verde di un cipollotto
16 capperi sotto sale
sale fino marino integrale
pepe bianco macinato al momento
2 cucchiai di olio extra-vergine
2,5 dl di latte di soya
rametti di timo e origano freschi
1/2 di olio extra-vergine per friggere
300 gr di farina per infarinare
Dissalare e mettere a bagno i capperi. Sbollentare e raffreddare sotto l’acqua fredda i pisellini. Lavare mondare e affettare sottilmente il verde del cipollotto. In una ciotola condire i pisellini con sale pepe, un cucchiaio d’olio e il verde del cipollotto. Lessare il riso in abbondante acqua salata per 12 minuti. Scolare, raffreddare, unire ai pisellin, aggiungere 2 cucchiai di latte di soya e le mandorle sfilettate. Lasciare riposare in frigo coperto almeno 20 minuti.
Scolare i capperi, asciugarli su carta assorbente e tritarli con origano e timo, unire 10 gr di farina di mandorle e i 20 gr di farina di riso, mescolare con l’altro cucchiaio d’olio. Unire questo composto al riso, mescolare bene.
Stendere su una spianatoia abbondante farina di riso, in una ciotola distribuire il latte di soya. Con le mandi dare la forma di piccole piramidi al riso, passarle prima nella farina di riso poi nel latte di soya per almeno tre volte. Al primo passaggio potrebbe sembrare che non stia insieme: non bisogna lasciarsi intimidire. Continuare ad insistere dando la forma con le mani e passando nella farina di riso e latte di soya. Al terzo passaggio la forma geometrica sarà stabile.
Riscaldare l’olio in una pentola a bordi alti. Friggere le arancine una ad una in verticale. Far asciugare su carta assorbente. Decorare con timo ed origano freschi.
Bel punto di vista l’Hotel Imperiale, non solo per le arancine ma anche per le vacanze.
Caspita! Anche veg hanno profumi, sapori e colori di Sicilia!
questi li faccio sicurissimo!
avrei voluto assistere alla tua intervista allo chef 😀