Anche sabato scorso, come ogni terzo sabato del mese, si son svolti i Mercati della terra a Milano. Banchetti affollati e persone in fila con molta calma perchè tutti sappiamo che le cose buone hanno bisogno di più tempo, ma va benissimo lo stesso. Quaranta produttori hanno proposto ortaggi, frutta e verdura e molto altro proveniente da un territorio che va dal Parco Agricolo Sud Milano, alle aree agricole vicine fino ad un raggio di 40 km, ovvero le provincie di Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza/Brianza, Pavia.
Si tratta di prodotti con la più sicura delle garanzie: la faccia del produttore.
Il Mercato della Terra di Milano fa parte del più ampio progetto Nutrire Milano, energie per il cambiamento, realizzato da Slow Food in collaborazione con Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e dipartimento INDACO del Politecnico di Milano ed è sostenuto dal Parco Agricolo Sud Milano, dalla Fondazione Cariplo e dal Comune di Milano.
Tempo occorrente: 15 minuti
Ingredienti per 4 persone
300 gr di insalata
50 gr di nocciole
1 mela
2 topinambour
2 cucchiai d’olio extra-vergine d’oliva
2 limoni
sale fino marino integrale
un mazzetto di melissa
1 rametto di timo
2 foglie di menta
Mondare e lavare l’insalata e le erbe aromatiche, asciugarle su carta assorbente. Spolverare con un panno bagnato i topinambour e poi passarli nuovamente con un panno asciutto. Lavare la mela e asciugarla bene.
Con uno schiaccianoci sgusciare le nocciole e tritarle grossolonamente. Preparare un’emulsione con olio, succo di un limone e sale.
Intanto spremere il succo dell’altro limone. In una ciotola versare un pò di succo di limone. Affettare i topinambour e la mela. Disporli nella ciotola con il succo di limone e irrorare con il resto. Mescolare in una ciotola, l’insalata, le nocciole, le erbe aromatiche, la mela e i topinambour affettati e scolati dal succo di limone. Condire con l’emulsione mescolando con le mani.
ll minimo che possiamo fare è proporre una ricetta realizzata interamente con gli ingredienti dai Mercati della Terra. Un Grazie speciale a Dario, Eleonora e Fabrizio per il supporto con questo nuovo mezzo, sconosciuto, come si può notare.
DICE CHE:
non è il caso di francesizzare tutto… è proprio necessaria quella ou, quando la nostra bella lingua dice u ? 😉
Piuttosto, lo sapevate che il topinambUr apaprtiene alla famiglia del girasole?
E che ai tempi del famoso cuoco mantovano Bartolomeo Stéfani aveva nome “carciofo di Gerusalemme” e veniva usato più o meno come noi usiamo le patate oggi?
I piemontesi invece continuano a gustarlo nella bagna cauda…
Ora sì, lo sapete! 🙂
@farmacista goloso: hai ragione sulla U. Chiedo venia, ma per ancestrali motivi cucina e francese si identificano nel mio modo di esprimermi, cerco di controllarmi, ma ogni tanto ci ricasco. Bella questa storia mantovana del carciofo di Gerusalemme. Grazie 1000! ib
ottima!! scoperta ad Olio Oliva (Imperia)
infatti in Australia viene tuttora chiamato “Jerusalem Artichoke” e lo puoi trovare in molti banchi ortofrutta, mentre è piu difficile trovare i semplici “Artichoke” ovvero i carciofi.
PS grazie per la ricetta, suona veramente molto genuina e selvatica…proprio come piace a me!