La mia amica Paola, calma come il mare del Sud, un lontano giorno di dicembre mi annunciò che era stanca di stare nel suo paese, nella sua città, dove tutto le andava stretto e niente accennava a cambiare. Due mesi dopo stava a Londra in una girandola di nuovi lavori, sempre più interessanti ed impegnativi. Già che passava di lì ha incontrato l’uomo che ama come non ha mai amato prima, tanto da sposarlo. Da qui la sua vita sembra ideale equamente divisa tra vita sentimentalmente felice, casa con giardino e lavoro prestigioso. Eppure, ultimamente, sentivo Paola sempre più ansiosa, per l’incertezza del posto di lavoro e le difficolta’ dovute ad un mix di incomprensioni tra individui e culture praticamente inestricabili. Dopo numerose interviste e conti serrati Paola prende una decisione corraggiosa: cambia lavoro optando per un posto meno altisonante, meno remunerato ma in un ambiente piu’ umano. Si tratta di un momento magico per togliersi i sassolini dalle scarpe, ma Paola va oltre perchè è oltre. Al suo datore di lavoro scrive una lettera di dimissioni in cui assicura che l’esperienza presso la premiata ditta è stata indimenticabile ma la recente eredita’ di un vigneto nella soleggiata Italia la obbliga a scegliere un lavoro meno impegnativo che le consenta di seguire tutti i passaggi della vinificazione nei suoi possedimenti. Lei la racconta così:
C’era una volta una governante, che invece di crescere bambini, cresceva palazzi.
I palazzi crescevano di piano in piano e tutta la squadra operosa li lindava ogni di’.
Ma un brutto giorno, arrivo’ l’orco cattivo che porto’ con se’ la strega berciante.
E i giorni divennero bui. Nessuna cantava piu’; era come pulire per non morire.
Dopo un lungo anno, l’orco fu scacciato e scappo’ col suo naso rotto fra le mani.
Il maleficio si era spezzato ed evidentemente anche il suo setto nasale.
Ma ora la strega berciante imperversava farnetica sulla sua scopa strisciante.
Striscia e striscia, l’unica via per sfuggire alla sua bava caustica era puntare lassu’.
Dove il cielo e i cuori erano tutti sereni.
Un mattino passo’ frusciante, il morbido tappeto volante.
Cosi’ con balzo agile, la governante abile si alzo’ vellutata, sopra la strega stregata.
E adesso vola leggera verso la felicita’ vera.
Mai perdere la speranza perche’ per ogni notte siderale, c’e’ sempre un’aurora boreale.
sai che davvero mi chiedo cosa se ne faccia la gente di denaro, potere, ambizioni e conquiste spregiudicate quando poi, alla fine dei conti, le cose davvero importanti e che ti cambiano la vita sono solo i sentimenti? i propri e quelli degli altri. anche la felicità secondo me è un sentimento, più che una sensazione, e come tutti i sentimenti non ha niente a che fare con le cose materiali. e poi, vogliamo parlare del concetto di “prodotto interno lordo”? secondo me è allucinante che la nostra società, in termini economici, sia basata su una crescita costante e continua e solo quantitativa di “beni”, quando non si bada mai alla conservazione e al rispetto di quel che c’è. immaginandoci questa situazione all’infinito, lo scenario è quello di un mondo pieno di cose, oggetti, rifiuti, e privo di spazio libero, privo di aria. ben vengano quindi le decrescite felici, e un “evviva” per la tua amica paola!
certo non ci portiamo i soldi nella tomba 🙂 meglio vivere la propria vita e bene se
possiible
portoselvaggio è un posto fantastico mi sa che andrò a trovalra prima o poi… 😀
buon we!
mi sento molto onorata per questo spazio.
scrivo questo commento dal mio nuovo ufficio, nel mio primo giorno, portera’ sicuramente tutto il bene del mondo.
continuiamo a sognare…