Questa mattina la sala colazioni era ancora deserta quando mi son seduta al tavolo vista neve. Mi son obbligata a guardare il buffet delle colazioni, pur temendo un raptus famelico. E’ apparso un tripudio di panini, frutta secca, musli, affettati, il mulino da tavolo per trasformare i cereali in fiocchi, formaggi e burro in quantità. Eppure mi sembrava un quadro, una di quelle nature morte succossissime fiamminghe con l’insetto che ci ricorda che tutto si corrompe. Esattamente lo stesso, senza l’insetto.
Ma si sa, dai quadri preziosi, si sta a debita distanza. La censura del corpo nei momenti di difficoltà merita un lunghissimo applauso.
A pranzo la centrifuga è mela e barbabietola. Detesto la barbabietola, ma con la mela ha superato la barriera dell’avversione. Ritornerò su questo accordo in momenti di maggior lucidità gustativa.
Nel pomeriggio c’e’ stata nuovamente la meditazione che ho capito chiamarsi Nada brama. Si divide in 3 fasi: 30 minuti di respirazione vibrata, 15 minuti di movimenti per dare e ricevere energia e 15 minuti di meditazione silenziosa.
Buffo: mi risulta molto piu’ facile la gestualita’ del dare energia che quella del riceverne.
Ci mancava solo che mandasse indietro l’unico alimento vagamente solido, solo per l’ancestrale disgusto verso la barbabietola!